12 luglio al 13 ottobre 2019
MUSEO DEL PALAZZO MALATESTIANO - SALA MORGANITI - FANO
Nel 2019 ricorrono cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci, il “genio universale” del Rinascimento. Sono centinaia le manifestazioni e gli eventi di respiro internazionale programmati in tutta Europa, Italia e Francia in testa. Anche il Comune di Fano ha scelto di partecipare alle celebrazioni con un grande evento. Dal 12 luglio al 13 ottobre 2019 il Museo del Palazzo Malatestiano ospita, nella Sala Morganti, la mostra “Leonardo e Vitruvio: oltre il cerchio e il quadrato. Alla ricerca dell'armonia. I leggendari disegni del Codice Atlantico”, a cura di Guido Beltramini, Francesca Borgo e Paolo Clini.
L’esposizione fa parte del ciclo “Mostre per Leonardo e per Raffaello” a Pesaro, Fano e Urbino; progetto diffuso e messo in campo di concerto dai tre Comuni nell’ambito delle celebrazioni promosse dal MIBAC per i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci nel 2019 e di Raffaello Sanzio nel 2020, realizzato con il sostegno dei rispettivi Comitati nazionali, il contributo della Regione Marche e l’organizzazione di Sistema Museo.
Mentre Fano celebra Leonardo da Vinci riscoprendo il legame con Vitruvio, a Pesaro si sperimenta, in dialogo con Fano, una rilettura contemporanea del De Architectura con la mostra “Agostino Iacurci. Tracing Vitruvio. Viaggio onirico tra le pagine del De Architectura”. Ad Urbino, infine, è già in corso la mostra “Da Raffaello. Raffaellino del Colle”, in omaggio al ‘divin pittore’ riletto tramite le opere di uno dei suoi più fedeli seguaci. Tre appuntamenti accumunati da un unico filo conduttore, una narrazione ricca di spunti che racconta storie di grandi artisti analizzandone le connessioni che li legano al nostro territorio.
La mostra a Fano racconta al pubblico, per la prima volta, la battaglia tra un uomo e un libro, tra Leonardo e Vitruvio. Lo fa nella città del grande architetto romano, luogo della leggendaria basilica oggetto di recenti indagini archeologiche e su cui si sono misurate intere generazioni di architetti, dal Rinascimento in avanti, da Fra Giocondo ad Andrea Palladio a Claude Perrault.
I curatori Guido Beltramini, Francesca Borgo e Paolo Clini hanno intrapreso una indagine sistematica e a tutto campo dell’incontro-scontro fra due protagonisti del Rinascimento – uno in carne ed ossa, l’altro di carta e inchiostro. La mostra affronta il multiforme rapporto fra Leonardo (1452-1519) e il testo di Vitruvio (I secolo a.C.), il celebre trattato latino di architettura che costituì le fondamenta teoriche della nuova maniera del costruire nel Rinascimento. Accusato dai contemporanei di essere un omo sanza lettere, Leonardo si proclamava orgogliosamente “discepolo dell’esperienza”, dichiarando di preferire gli esperimenti alle pagine dei libri. Ma il dialogo con Vitruvio, che spesso diventa un vivace contraddittorio, fa eccezione. Al trattato Leonardo attinge per questioni di idraulica e meteorologia, geometria e ottica, materiali e tecniche pittoriche, strumenti di misurazione, o anche solo come un repertorio di metafore e leggende, aneddoti su architetti e ingegneri dell’antichità, macchine prodigiose: per confrontarsi insomma con l’autorità di una fonte antica da ammirare, imitare e sfidare. L’interesse di Leonardo per Vitruvio è insomma molto più presente di quanto si fosse immaginato, e va ben oltre l’Uomo vitruviano e la teoria delle proporzioni, l’argomento che però sino ad ora aveva preso il sopravvento in ogni discussione dell’interesse leonardiano per Vitruvio.
La mostra ritorna, quindi, alle pagine di appunti e disegni di Leonardo per restituire al trattato la sua portata originale, oltre “il cerchio e il quadrato” del celeberrimo Uomo vitruviano.