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ILLUMINATI Immagini dalla letteratura: Bellini, Dalì e i contemporanei

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Locandina ILLUMINATI19 dicembre 2015 - 3 aprile 2016 > PROROGATA AL 19 GIUGNO
MUSEI CIVICI DI PALAZZO MOSCA / CASA ROSSINI / SCALONE VANVITELLIANO - PESARO

Per il periodo natalizio si apre a Pesaro una nuova e affascinante mostra “diffusa” nel centro storico della città; per la prima volta un percorso espositivo corale che coinvolge i Musei Civici di Palazzo Mosca, Casa Rossini e lo Scalone Vanvitelliano.

Dal 19 dicembre 2015 fino al 19 giugno 2016 le tre sedi ospitano ILLUMINATI. Immagini dalla letteratura: Bellini, Dalì e i contemporanei, a cura di Marcello Smarrelli. Una mostra trasversale rispetto alle epoche e alle aree geografiche, incentrata sul desiderio di rappresentare un assunto noto, ma spesso poco considerato e non privo di sorprese: la funzione iconografica delle opere letterarie e la loro capacità di ispirare gli artisti di tutti i tempi.

L’evento è organizzato dal Comune di Pesaro – Assessorato alla Bellezza e Sistema Museo in collaborazione con Ente Olivieri - Biblioteca e Musei Oliveriani, presso le cui collezioni è possibile ammirare pregiati volumi illustrati, alcuni dei quali, tra il Quattrocento e l’Ottocento, concessi in prestito e inseriti nel percorso espositivo.

La mostra si pone infatti nell’ottica della nascente Fondazione Pesaro Cultura e intende interpretarne le potenzialità dal punto di vista della messa in rete degli spazi e della integrazione delle discipline.

ILLUMINATI si riferisce alla pratica tardo antica della miniatura, che inizialmente era limitata alla decorazione in rosso delle lettere iniziali dei capitoli di un manoscritto. Il termine deriva verosimilmente dal latino minium, un particolare minerale dal quale si ricavava il colore. A partire dal XIV secolo, con il diffondersi di illustrazioni di piccolo formato, il significato di miniatura passò genericamente ad indicare dipinti, oggetti e forme di dimensioni ridotte.

Detta anche “alluminatura” o “illuminatura” (in inglese illumination e in francese enluminure) per via dei colori luminosi e vibranti in risalto sulla pagina, ma anche per via dell'allume o lume mescolato ai colori come collante, la miniatura è all’origine della trasformazione di un testo scritto in un’immagine che lo rende più comprensibile, immediatamente fruibile, gli dà nuova vita, lo illumina.

Gli artisti hanno la capacità di trasformare idee ed emozioni in immagini e molto spesso la fonte di ispirazione sono le storie tratte dalle grandi opere letterarie. In questo senso sono gli artisti stessi ad essere degli illuminati, dei demiurghi in grado di rendere vivi e tangibili i concetti e le figure tratte dalle pagine scritte.

In dialogo con tre importanti luoghi storici di Pesaro, la mostra è l’occasione per assistere ad un confronto inedito tra esempi del patrimonio museale, che testimoniano sin dall’antichità l’uso di testi letterari come fonti iconografiche per le opere d’arte; le 100 tavole incise di Salvador Dalì realizzate negli anni cinquanta, con immagini visionarie tratte dalla Divina Commedia, oltre ad alcune edizioni illustrate del poema dantesco concesse dall’Ente Olivieri; e le opere dei contemporanei Francesco Arena, Francesca Grilli e Rä di Martino, ispirate o dedicati ad altrettanti capolavori della letteratura.

Il percorso non poteva che partire dai Musei Civici e dal capolavoro di Giovanni Bellini l’Incoronazione della Vergine, che tra gli episodi della predella realizza una delle più celebri versioni della storia di San Giorgio che uccide il drago, così come viene riportata dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varagine (XIII sec.).

Si prosegue con una sala che riunisce importanti esempi del patrimonio, alcuni dai depositi ed esposti per l’occasione, con riferimento in particolare alle Metamorfosi di Ovidio ma anche alla Bibbia. Tra questi la Morte di Adone (1639) di Giovan Francesco Gessi ed Ercole e Onfale (1661) di Giovanni Antonio Peruzzini, a cui si aggiungerà la Caduta dei Giganti (1640-1642) di Guido Reni, di ritorno i primi di gennaio dalla mostra in corso al Louvre “Une brève histoire de l'avenir".

Dopo gli esempi più antichi si passa ad un genio “illuminato” del Novecento quale Salvador Dalì (Figueres 1904 - 1989), con le sue fantasiose tavole surrealiste dedicate all’Inferno di Dante, e al video dell’artista contemporanea Rä di Martino (Roma 1975), ispirato al racconto The Swimmer di John Cheever da cui venne tratto l’omonimo film divenuto un cult, interpretato da Burt Lancaster. L’opera mostra una troupe impegnata in un provino alla ricerca di un nuovo attore per il remake del film, mentre una voce fuori campo legge alcuni passi del racconto, creando un cortocircuito molto singolare tra letteratura arte e cinema. L’opera chiude la prima tappa del percorso e sottolinea come l’utilizzo della letteratura come fonte iconografica per le immagini visive, sia stata ereditata in età moderna dal cinema.

L’esposizione prosegue a Casa Rossini dove al secondo piano sono allestite le tavole del Purgatorio di Dalì, in pendant con alcuni pregiati volumi della Divina Commedia della collezione Olivieri.

Scendendo nel piano interrato si passa all’arte contemporanea e si trova ambientata la suggestiva scultura Giuliano e Delio di Francesco Arena (Brindisi 1978); tratta dalle Lettere dal Carcere di Gramsci, l’opera traduce le ultime due lettere ai figli, interpretate come una traccia per guidare i colpi del flessibile dati sulla pietra per realizzare l’opera.

Lo Scalone Vanvitelliano, architettura di per sé già significativa e simbolica accoglie infine il Paradiso di Dalì che anticipa e introduce l’ascesa a spirale dello scalone; rimasta priva di edificio dopo la guerra, la scala barocca sale verso l’ignoto e come nel sogno di Giacobbe sembra portare in paradiso (Genesi 28,10-19). In questa cornice particolarmente evocativa troviamo Terra, l’installazione sonora di Francesca Grilli (Bologna 1978) che attraverso un disco di vinile contenente frammenti di meteorite, diffonde i suoni di tre paesaggi sonori che si riferiscono a tre esagrammi tratti dal libro cinese de I Ching.

Le opere di Salvador Dalì fanno parte delle collezioni The Art Company, un corpo espositivo di 3.800 opere grafiche dei più grandi artisti degli ultimi cinque secoli.

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